Sennariolo
Ameno centro adagiato su una splendida vallata del Montiferru al confine con la Planargia, Sennariolo è uno dei paesi più piccoli della Sardegna (190 abitanti).
Popolato fin dal periodo nuragico, come dimostrano i numerosi reperti appartenenti all’epoca nonché i nuraghi e le domus de janas presenti nel territorio, in periodo medioevale e altomedioevale si ipotizza la presenza di tre insediamenti: Santu Chìrigu, Ruinas e Santa ‘Ittària, dalla cui commistione avrebbe avuto origine l’attuale paese di Sennariolo. In età più recente fece parte del feudo del marchese di Labis e successivamente passò al baronato di Sorso. Nell’Ottocento venne compreso nel mandamento e nella provincia di Cuglieri. Attualmente è rinomato per la sua produzione di olio d’oliva, miele di qualità e per la presenza sui muri del paese di alcuni fra i più bei murales sardi.
Il canto e le confraternite
La nascita della confraternita del SS. Rosario è attestata dallo statuto originale, in lingua castigliana, datato 5 ottobre 1755. Il prezioso documento è attualmente in possesso della stessa associazione. L’attività confraternale è stata ininterrotta fino agli anni quaranta, periodo in cui per motivi imprecisati comincia una lunga pausa, non sancita da alcun atto ufficiale delle autorità ecclesiastiche, che è durata fino ad alcuni anni fa.
La confraternita infatti si ricostituisce ufficialmente il 7 ottobre 2003 grazie alla spinta decisiva dei componenti dell’attuale coro. Il coro facente capo alla confraternita aveva anch’esso interrotto la sua attività alla fine degli anni cinquanta per poi riprenderla ufficialmente in occasione della Settimana Santa del 2002.
Il lavoro di recupero e rifunzionalizzazione del repertorio de su cantu de chida santa sinnariolesu ha inizio nel 1987, su impulso dell’allora parroco Don Giuseppe Curcu, grazie a un gruppo di cantori: Salvatore Caria (boghe), Giovanni Sanna (contraltu), Augusto Caria (contraltu); Giovanni Caria (contraltu), Giovanni Manca (contra) e Giovanni Brisi (bassu), che avevano appreso le melodie dello Stabat Mater e del Miserere dagli anziani, sos betzos.
Proprio in quegli anni si avvicinava al canto l’allora giovanissimo Gianbattista Ledda (classe 1976), seguito l’anno successivo dal coetaneo Gabriele Caria, i quali apprendevano i canti dello Stabat e del Miserere dai cantori suddetti e, con l’aiuto di alcune anziane del paese e del cantore Augusto Caria, recuperarono il canto de Sas Laudes de Su Setenàriu.
Dopo alcuni anni di pausa, nel 1998 Gianbattista, nel ruolo di boghe, si cimentò nell’interpretazione dei canti della Settimana Santa assieme a Marco Manca (contraltu), Giovanni Antonio Caria (contra) e Andrea Piredda (bassu). Nel 2002 il testimone passa all’attuale coro, che si adopererà anche per rendere possibile la rinascita della confraternita.
Le occasioni
Il fulcro delle attività del coro è sicuramente quello legato al periodo de sa Chida Santa, la Settimana Santa. Esso rappresenta, ogni anno, il momento in cui la piccola comunità di Sennariolo si raccoglie in un clima di fede, rispetto e fervore religioso, per rinnovare con molta sobrietà gli antichi e sentiti riti con i quali si commemora la Passione, la Morte e la Resurrezione di Gesù Cristo.
Su Setenàriu, ha inizio il venerdì che precede sa Chenàbura ‘e Sos Dolores con la frase introduttiva “In nomen de Su Babbu, de Su Fizzu e de S’Ispìritu Santu – Amen” (che si recita facendo simultaneamente il segno della croce), e termina il giovedì successivo. La sua durata è di sette giorni, tanti quanti sono i dolori di Nostra Signora, e le orazioni, le preghiere, che variano ogni giorno, si chiudono con un’orazione finale seguita dal canto dello Stabat Mater eseguito dal coro della confraternita. A conclusione si recita l‘oremus seguito dal canto de sas Laudes, che varia anch’esso ogni giorno, interpretato sempre dai cantori della confraternita.
Sa Chenàbura ‘e Sos Dolores, il venerdì che precede la Domenica delle Palme, si ripete il rito della Via Crucis
durante il quale i cantori eseguono lo Stabat Mater. Durante sa Chenàbura Santa, il Venerdì Santo, giorno più sentito e partecipato de sa Chida Santa, vengono intonati lo Stabat Mater (mentre si svolge la Via Crucis e in occasione del rito de s’Incravamentu) e il Miserere, nella processione che rappresenta l’ultimo viaggio di Gesù, accompagnato da sua madre e dalla Maddalena, verso il Santo Sepolcro.
Il coro esegue i suoi canti in tutte le altre occasioni previste dall’attività confraternale; in particolare per le feste di Sant’Andrea, Santa Vittoria e San Quirico, nelle quali si cantano sos Gosos. Inoltre i cantori sennariolesi si ritrovano spesso a cantare in contesti più informali all’interno de sos magasinos, cantine dalla dispensa sempre ben fornita.
Il repertorio e le sue caratteristiche
Il repertorio religioso della tradizione sennariolese comprende tre canti per la Settimana Santa: sas Laudes de Su Setenàriu, lo Stabat Mater e il Miserere. A questi si aggiungono i diversi gosos dedicati ai santi venerati nel paese: San Sebastiano, San Giuseppe, Sant’Andrea, Santa Vittoria e San Quirico, oltre a sos Gosos de Sa Madonna ‘e Su Rosàriu.
L’unico canto profano eseguito ancora oggi è quello de s’Istudiantina, anche se gli anziani ricordavano che in passato veniva cantata una versione de s’Otava Trista di cui purtroppo non rimane traccia. I canti di nuova elaborazione da parte del coro sono quelli dell’Ordinarium Missae: Kyrie, Sanctus e Agnus Dei.
Il canto a quattro di Sennariolo si caratterizza sia per le sue melodie che, soprattutto, per sa pesada dello Stabat Mater e del Miserere eseguita da sa boghe, a differenza dei comuni circostanti (Bosa, Santu Lussurgiu, Cuglieri) dove questi canti vengono intonati da su bassu. La melodia dello Stabat Mater evidenzia una certa comunanza con quella di Bosa dalla quale è stata probabilmente influenzata.
Testo a cura di Corrado Pusceddu