Galtellì
Galtellì è un paese di circa 2500 abitanti, situato sulla costa orientale vicino al fiume Cedrino e al monte Tuttavista. La sua economia è prevalentemente agro-pastorale. L’area in cui si trova è abitata fin dalla preistoria, come testimoniano numerosi monumenti, tra cui spiccano i resti del Castello di Pontes edificato nel 1070 su una fortificazione romana.
Tra il X ed il XII secolo Galtellì fu una importante sede vescovile, soppressa nel 1495 per essere riunita all’arcidiocesi di Cagliari. Ristabilita nel 1779 col il nome di diocesi di Galtellì-Nuoro, nel 1928 venne riunita alla diocesi di Nuoro.
Il canto e le confraternite
A Galtellì sono presenti due confraternite, quella di Santa Croce (Sa Rughe) dal 1614, che ha sede nell’omonima chiesa, e quella delle Anime del Purgatorio (Sas Ànimas), del 1720, che ha sede nella chiesa della B.V. Assunta. Entrambe le confraternite sono molto attive in tutte le circostanze della vita religiosa della comunità, ma particolarmente sentito è l’apporto ai riti della Settimana Santa, durante i quali le due confraternite animano con i loro canti riti del Giovedì, del Venerdì e della Domenica di Pasqua.
Le occasioni di canto
Tra i giorni più significativi della Settimana Santa va segnalato il Giovedì, in cui dopo la vestizione dei confratelli al canto del Miserere, si celebra la Messa in Coena Domine e il rito de Su Lavabis nella chiesa del Crocefisso, in cui il canto viene eseguito dai membri delle due confraternite (che si alternano) seguiti dal canto dal popolo.
Si prosegue con la processione di Sas Eglesias, aperta da una confraternita che intona il canto dei Gozos de Maria Dolorosa e del Miserere, ripreso dagli altri confratelli e dall’assemblea dei fedeli. La processione prevede cinque tappe in altrettante chiese, con il corteo aperto dai bambini che percuotono le matracas. Il popolo partecipa attivamente alla processione e al canto, che viene sempre intonato dalle voci dei confratelli i quali mantenendo parti significativamente distinte.
Le celebrazioni del Giovedì Santo si chiudono con Sa Suchena, una cena rituale in cui i confratelli ospitano il parroco. Riservata ai soli confratelli, Sa Suchena si tiene in una stanza isolata della sede confraternale, mentre parenti e amici consumano la cena nei locali adiacenti. Si inizia con i confratelli che eseguono Miserere de sa Suchena, canto peculiare per questa occasione. I posti d’onore vengono occupati da sos prus impleados (priore, vicepriore e aventi cariche delle due confraternite); successivamente la confraternita ospite lascia i locali della confraternita che ospiterà il prete e si reca nella propria sede a consumare la cena.
La mattina del Venerdì Santo si ripete lo stesso percorso per rinnovare la processione di Sas Eglesias, questa volta partendo dall’altro oratorio, la cui confraternita di riferimento guiderà la processione.
Le celebrazioni della sera prevedono la messa, la vestizione di sos nicodemos (i confratelli che impersonano i due giudei) e il rito de s’interru de Gesucristos con una lunga processione che si snoda per le vie del paese e termina nella chiesa di Santa Croce. Il canto che caratterizza questa parte del rito è il Risponde Populu Meu, guidato ancora una volta dalle confraternite, che prevede l’alternanza tra parti soliste e la risposta da parte dei confratelli e dell’intera assemblea.
Il repertorio e le sue caratteristiche
A Galtellì il coro che esegue i canti della Settimana Santa è formato da quattro parti, denominate rispettivamente boghe, bassu, contra e mesu boghe, che vengono raddoppiate; i cantori possono essere tanto membri delle confraternite che esterni. In questa modalità si eseguono i canti per la messa del Venerdì come lo Stabat Mater, il Miserere, Ti Adoro e Su Perdonu.
A partire dal 2009 è stata riprese l’esecuzione del Vexilla Regis a otto voci (due per parte) in disuso dagli anni ’60. I confratelli cantano tutti insieme il Miserere durante la vestizione nei singoli oratori. I gotzos e Pretziosa Rughe Santa vengono intonate invece nelle processioni assieme all’assemblea dei fedeli.
Ciò che colpisce della tradizione canora di Galtellì è il notevole trasporto religioso che accompagna sempre i confratelli nell’eseguire il canto, sia nelle parti responsoriali in cui l’intonazione è affidata a una delle boghes del coro, che durante la partecipazione alla messa con i canti corali.
Testo a cura di Antonimaria Pala